Si inizia sempre da un brogliaccio e si finisce per scrivere la regia di uno spettacolo.
E per me si inizia sempre dalla costruzione di un’immagine, questa volta era Erik, il Fantasma dell’Opera. Si parte per Venezia a cercare la maschera, e si torna con tre maschere, quelle che poi verranno indossate durante gli spettacoli e si portano in studio, con gli abiti, una rosa rossa, un nastrino nero, dei candelabri e si prova a costruire.
Siamo ancora lontani da quando la Persona diventerà Personaggio, o forse l’Ombra di Erik, il dannato, reietto, folle, riesce ancora una volta ad entrare prepotentemente nel corpo di chi lo interpreta, Davide Lazzaroni.
La magia della danza viene gestita e coreografata dalla mente di Marika Mazzetti che studia, guarda, si informa, si nutre dei personaggi, diventa Christine, le triplica, entra nella mente di chi la mente del Fantasma l’ha subita e genera passi e movimenti, che si intrecciano veloci alle parole narrate di Davide Lazzaroni.
E’ febbraio, a Sasso Marconi nevica forte. La sera prima è andato in scena la replica dell’Inferno, la mattina dopo alle 9.00 siamo nuovamente nella Scuola di Danza Ensemble con Marika e conosciamo Paola Matarrese che sarà la “voce soprano” di Christine. Scambio di idee, si abbozza la prima scaletta, le prime visioni, si caratterizzano le scene. E’ ancora molto nebuloso, eppure sappiamo che tutto prenderà lentamente forma. Il lavorare insieme da tanto porta tutti noi a sapere che è un gruppo affiatato, rodato dove ognuno può dare il suo apporto e Marika terrà le fila di tutti noi, la fiducia reciproca porta all’apertura del cuore e delle menti, per un obiettivo comune.
I mesi passano, i testi vengono fatti, mixati a Carrara da Davide Lazzaroni, e corrono veloci tra mail e WeTransfer fino alla Sala di Danza, dove vengono decodificati in danza. La magia inizia veramente ed io ho il piacere di poter osservare da dietro la mia Nikon le prime prove.
La cosa meravigliosa di questi progetti è che tutte le persone che ne prendono parte si “vedono” poco ma si “percepiscono” tanto … Bologna-Carrara-Sasso Marconi-Casalecchio-Zola Predosa un riconcorrersi di appuntamenti, calendari e date ad incastro. Un vero tetris.
Siamo a maggio, è tempo di preparare i video e foto che verranno proiettati durante lo spettacolo, io e Giuliano Lugli carichiamo la macchina di attrezzature, si prenota il Teatro di Sasso Marconi per un lunedì mattina, si “rapisce” Davide per un giorno tolto alla scherma e si inizia ad annusare l’aria del “dietro le quinte”. Candele, tante. Specchi, tre. Ombre, catturate. Cappio, un morto. E gli occhi, gli occhi di Erik devo essere inquietanti. Il Fantasma fa paura.
Usciamo dal Teatro c’è il sole, si sente l’arrivo della primavera, si pensa al caldo che farà a giugno quando il Fantasma dell’Opera sarà in scena, inizia il periodo difficile per le prove, ci si da appuntamento alla prova generale 20 maggio, tra un Campionato di Scherma e le prove del saggio. Lo sappiamo inizia il periodo di corsa, tutto deve incastrarsi. Si coinvolge anche Gabriele Favaretto che dovrà interpretare “il morto” nella prima scena e sarà la controfigura di Raul nel duello con il Fantasma.
20 maggio – prove generali.
Siete mai stati ad una prova generale di uno spettacolo? Ebbene troverete abiti di scena che sono troppo grandi o troppo piccoli, posizioni da rifare, aggiustamenti su cui lavorare, entrate in scena che ancora si fa fatica a ricordare e soprattutto … si immagina … si … si immagina a come sarà tutto completo con luci, foto, video, musica e danza.
E poi prove, prove con il caldo, prove con le luci, prove con la musica, prove con i video, il buio delle lunghe giornate dentro al teatro, le porte da lasciare aperte per il Fantasma che entra ed esce di continuo di scena, gli abiti sparsi tra biglietteria, corridoi, camerini, maschere appese, lanterne accese, parole, … danza … canto … e ancora danza…
Il sipario si apre e il respiro resta sospeso fino all’ultimo applauso di saluto, il click della mia Nikon, gli occhi stanchi e si spegne anche questa volta la luce dell’americana.
Il silenzio e i ricordi raccolti in immagini che ci accompagnano in questo viaggio dalla creazione del Fantasma fino all’ultima replica.
Il mio impegno artistico e professionale per una fotografia che rispetta ogni specificità individuale, contro ogni forma di discriminazione, di sfruttamento e di violenza.
Con “Obiettivo Etico” ho voluto dare vita a un vero e proprio patto, soprattutto con me stessa, che potesse in qualche modo certificare l’impegno che da anni porto avanti nella mia attività artistica e professionale per la ricerca di una comunicazione che tenga in considerazione quegli aspetti etici che ritengo fondamentali: il rispetto della donna, dalla bambina alla persona adulta, come di ogni essere vivente, umano o animale, contro ogni forma di discriminazione, di abuso o di mercificazione del corpo, a partire dallo sfruttamento per fini meramente commerciali della nudità; l’attenzione e il rispetto per ogni forma di diversità, di identità di genere e la cura scrupolosa della fotografia dedicata ai minori, in particolar modo nell’ambito della danza e dello sport.
Obiettivo Etico è la mia scelta di campo per un impegno professionale coerente, anche nell’ambito della fotografia.